
Zia Grazia conosceva a memoria i nomi delle renne di Babbo Natale. Li pronunciava sorridendo quando ero bambina, come se stesse accordando qualcosa nell’aria, perchè la musica la accompagnava ovunque: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder, Blixen. Non erano solo nomi, erano un ritmo, una formula gentile, una filastrocca. Non lo sapevo ancora cosa fosse la nostalgia, ma in quelle sillabe pronunciate quasi cantando c’era un modo gentile che teneva un mondo insieme: la meraviglia, la cura, il tempo che smette di avere fretta quando ci rapportiamo con i bambini. Li ripeteva senza mai sbagliare, con una serietà tenera, come se da quell’ordine preciso dipendesse il buon funzionamento di tutte le cose.
Ecco, lei era capace di custodire una lista che non le serviva, di impararla a memoria, per offrirla ad una bambina come si offre un amuleto. Che dono straordinario: tenere vive le cose leggere senza mai trattarle come sciocche, sapere che la magia non serve a spiegare il mondo, ma a renderlo più abitabile.
Oggi, a Natale, mi accorgo che quella lista vive ancora. Non la dico ad alta voce. La ripeto dentro, come si fa con le cose sacre e fragili: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder,Blixen e mentre tutto corre e scintilla, io resto un attimo ferma a ripetere quei nomi e sento che, finchè qualcuno li custodisce, la strada è ancora illuminata. Buon Natale a tutti
LaMalaQuercia










